Cosa faccio
Storie allo specchio
Ogni persona è una storia aperta sul mondo, con questo titolo apro il mio sito web e a partire da questa frase ti parlo di Cosa Faccio.
Quando in studio incontro una persona per la prima volta, non capita mai che si presenti come farebbe se ci incontrassimo fuori dalla stanza di terapia.
Si trova, infatti, in un luogo che vive come un po’ al di fuori dell’ordinario, del consueto, un luogo dove anche il tempo è vissuto come uguale e al tempo stesso diverso, dal tempo che scorre al di fuori. In questo contesto, la persona si presenta con una storia anzi, come una storia, di cui è al contempo protagonista, spettatore, testo narrato, narratore, azione, inerzia, ecc.
Inizialmente ciò che faccio è ascoltare questa storia con molta attenzione e rispetto. Poi, gradualmente, affianco quella persona nell’entrare e nel guardare alla sua storia in modi differenti, nel diventare consapevole dei diversi ruoli che assume in essa, di come li vive, di cosa comportino. Resto al fianco di quella persona sostenendola, in particolare, quando è più complesso trovare espressione per alcune parti della sua storia e faccio da specchio, permettendole di vedersi nel raccontarle e nel viverle al presente.
Nei racconti e nelle fiabe creati dal genere umano questa funzione di specchio, in cui riconoscere e riconoscersi, è stata spesso svolta dalle figure degli animali. Si tratta di animali umanizzati, con caratteristiche che derivano dalla tradizione, che stanno al centro della nostra vita immaginativa e che entrano in contatto con le parti più profonde del nostro inconscio. Essi incarnano quindi la psicologia, i comportamenti e le situazioni umane nelle quali chiunque può ritrovarsi per riflettere su di sé e su periodi della propria vita.
Le storie che seguono raccontano di alcune difficoltà con situazioni di vita e ciascuno degli animali riflette una diversa modalità di viverle, esprimerle, affrontarle.
Qual è la tua?
La storia dello scoiattolo
Lo scoiattolo comincia a provare ansia e agitazione già al mattino quando si sveglia. I motivi? Per il cibo da accumulare, per le api che gli ronzano intorno, ecc. Il picchio gli chiede: “Perché hai sempre preoccupazioni?“. E la coccinella aggiunge: “Se continui a pensare in negativo, non potrai mai accorgerti di quante cose meravigliose ti circondano”.
Per un po’ di giorni lo scoiattolo ci riflette e poi decide che vuole cominciare a vivere meglio.
La storia del lupo
Il lupo è in una caverna, immobile e paralizzato dal dolore causato da una spina nella zampa. In cerca di ombra, un ragazzo del vicino villaggio entra nella caverna e lì lo vede. Si blocca per la paura, ma il lupo soffre troppo, così tanto che non lo attacca e, anzi, gli chiede “Aiutami, per favore”.
Il ragazzo capisce che anche il dolore del corpo può modificare la natura propria di ogni essere vivente.
La storia del porcospino
Il porcospino si sente timido e timoroso e ciò lo mette in difficoltà nello stare e nel parlare con gli altri. Un giorno sente la lince che parla con se stessa ad alta voce dicendo queste parole: “Devi farti coraggio, devi farlo lo stesso”. Incredulo, racconta tutto al capriolo che ammette: “Anche io molto spesso devo darmi forza e coraggio prima di fare qualcosa, anche se semplice. Soprattutto se devo farla davanti ad altri”.
Il porcospino scopre che anche altri animali del bosco vivono ciò che pensava essere una sua debolezza.
La storia dell'orso
L’orso, vive lì da così tanto tempo che sembra parte del luogo stesso. Un tempo forte e temerario, è oggi molto vecchio e solitario. Esce dalla tana solo per cercare miele e acqua. Tutti gli animali lo vedono limitato nel ritorno alla sua tana, sempre più spesso uno di loro deve riaccompagnarlo. Gli animali ne parlano: “Sembra disorientato e forse vede e sente poco” dice il merlo. Tutti cercano soluzioni. La puzzola alla fine trova una strategia: “ Per alcune volte farò con lui la strada lasciando i miei segnali odorosi; impererà a seguirli per orientarsi”.
Così fece e l’orso riprese un po’ di autonomia.